Gli Annali di Acadia

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Caiuzzo
view post Posted on 22/7/2015, 22:57




Capitolo I


La freccia



Acadia sembra come risvegliarsi, a Milturn mentre i contadini arano i loro campi e i cacciatori preparano l'impenno delle loro frecce e controllano le loro trappole giunge Lord Sefiroth in persona che domanda di parlare con Tallen, capo del Villaggio nonché taverniere. Il Re si lamenta del fatto che le tasse a lui dovute non sono ancora state pagate ma soprattutto di un nuovo imminente pericolo: i Banditi. Dei Briganti infatti sembrano muoversi come ombre fra la foresta contrastando l'operato dei minatori e intralciando i commerci di Acadia. Il Re chiede a Tallen se sarà fedele a lui e soprattutto quando avrà le sue tasse, le Vecchie Miniere vengono sorvegliate strettamente dalle guardie di Montibeil che ora pattugliando e cavalcano vicino Milturn costantemente.

Nel frattempo a Milturn sembra destare nuovo interesse l'arrivo di una prostituta Dasha, appena giunta dal Vecchio Continente, costei trova lavoro presso la taverna di Tallen e in breve diviene una nuova attrazione in tutto il villaggio, specie da parte della guardia personale di Sefiroth, che si è data molto da fare negli ultimi giorni. Nel villaggio giungono però anche un folto gruppo di mercanti di pelli e arcieri che chiedono a Tallen di stabilire un contatto, non è altro che un pretesto, difatti un certo Akatosh chiede a Tallen se è vero che a Milturn si sta spargendo un vento di rivolta, Tallen diniega e lo caccia via dalla propria taverna. Akatosh lo ammonisce dicendogli di recarsi alla Grande Foresta in caso il malcontento cominci a dilagarsi per tutta Milturn.

Le paure del Re si rivelano fondate, difatti durante una cerimonia di investitura di certi cavalieri, egli viene trafitto da una freccia. Alcune sentinelle, che evidentemente stavano facendo tutt'altro prima dell'infausto accaduto, sostengono di aver scorto dei Briganti fuggire a gambe levate dopo lo sventato attentato. Sefiroth è furioso e brama vendetta ma ha bisogno di soldi e di dimostrazione di forza per poter assicurarsi non solo la fedeltà di Milturn ma anche lo sbigottimento dei Fuorilegge, che vedendo una sua reazione e notando le armature pesanti dei fanti, recanti il rampante orso di casa Burnett, potrebbero desistere e non provare più a oltrepassare il fiume.


Edited by Caiuzzo - 31/7/2015, 20:15
 
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Caiuzzo
view post Posted on 25/7/2015, 14:46




Capitolo II


Mercanti di pelli



Banditi, briganti... Solo queste parole vengono sussurrate fra gli abitanti di Milturn. Ed è proprio il villaggio che si sente pericolosamente minacciato. La presenza dei Fuorilegge si fa sempre più incombente. Dalla Foresta adiacente il villaggio si spargono velocemente dicerie di ombre incappucciate che derubano i cacciatori, razziano le greggi e gli armenti e altri addirittura dicono di averli visti in taverna o all'albero grande. A Milturn si diffonde la paura che siano fra i contadini e che si nascondano fra mercanti e avventori. Nel frattempo a Montibeil si fa sentire l'assenza del Re Sefiroth, partito per regolare alcuni conti con la propria casata nel Vecchio Continente.

Ad Acadia assume il comando e la reggenza temporaneo il suo fido Capitano delle Guardie, Sir Skornar, costui dà prova di proteggere Milturn e pattugliare le sponde del fiume Tylis, importantissimo confine strategico. Tuttavia sottovaluta il pericolo dei Fuorilegge e con un pugno di uomini malarmati sceglie di tendere un agguato ai Fuorilegge appena usciti da un'incursione alle Miniere. La disfatta è totale e rimangono molti feriti sul campo, graziati dai Fuorilegge in fuga, sospettosi di nuovi aiuti per le Guardie. La Grande Foresta è oramai una sentenza di morte e sciagura.


Edited by Caiuzzo - 31/7/2015, 20:16
 
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Caiuzzo
view post Posted on 25/7/2015, 15:04




Capitolo III


Schiacciati



Lord Sefiroth torna dal lungo viaggio e venendo a conoscenza delle sorti dei suoi uomini sbadati guidati da Skornar è smanioso di vendetta. Si precipita a Villaggio domandando a Tallen e ai Contadini informazioni importanti per catturare i Fuorilegge e scoprire i loro movimenti, se avvistati. Nel villaggio tuttavia il borgomastro Tallen lo informa di un imminente duro colpo da sorbire: la cesta ed il suo contenuto, la decima dei contadini e di Milturn per il Re, è stata completamente derubata. I colpevoli sono stati subito additati come Fuorilegge. Sua Maestà è furibondo eppure Tallen gli promette di restituire tutto, dandogli il tempo adatto (due mesi). Lord Sefiroth non fa menzione alcuna di accettare anche perché viene interrotto da un folle del Villaggio che grida contro il nome del Re e della Corona.

Raduna tutti i popolani e i suoi soldati e conduce il prigioniero in quella che sarà una lunga marcia verso Montibeil e questo scortato viene portato al patibolo. Quivi Lord Sefiroth tiene un discorso al popolo di Milturn, mostrandosi come un Sovrano misericordioso e protettore del popolo, che lo ripaga truffandolo e derubandolo della sua decima, che gli spetta di diritto. Questo popolano prova addirittura ad attentare alla vita del Re, così... viene giustiziato. Il popolo di Milturn e Tallen rimangono esterrefatti e colti da un improvviso senso di smarrimento e insicurezza. Promettono le tasse al loro signore e infine di aiutare la milizia di Montibeil a sorvegliare le loro terre. Sua Maestà comprende infatti l'importanza di sorvegliare i terreni di Milturn e soprattutto, su suggerimento di Tallen, l'Antica Torre di Osservazione, ora usata dai Guardiacaccia, viene ricostruita a rinforzata, perennemente sorvegliata da una sentinella dei Burnett che ora controllano dall'alto tutti i Guadi del fiume Tylis. Qui trovano la prima presenza di un Fuorilegge che, colto alla sprovvista, viene circondato da una folta schiera di cavalieri del seguito del Re che umilia il bandito e lo ricaccia indietro mandando un chiaro messaggio al Capo dei Banditi, semmai ce ne fosse uno.

I giorni passano e uno di questi sopraggiunge il Re con la sua schiera chiedendo le tasse, prima che l'accordo di Tallen lo richiedesse. Costui lo prega e cerca in ogni modo di convincerlo ma Sua Grazia è inflessibile finché il borgomastro non cede e cerca di racimolare la decima. Il Re vuole anche le tasse di un importante carico da poco partito presso il Vecchio Continente, Tallen è costretto a mentire perché quegli scudi gli servono per mantenere il villaggio e i suoi abitanti eppure il Re non transige, come da legge, viene versata un'altra cifra ma accade l'incredibile: alcuni popolani si rifiutano di pagare. Il ruolo della corona viene messo in discussione così come i suoi diritti o privilegi che siano. Alcuni contadini, poi sempre di più, divenendo un folto gruppo si oppongono. Lord Sefiroth sguinzaglia i suoi mastini e fa trucidare tutti i responsabili di quello che sembrava essere un piccolo focolaio di rivolta. L'ordine viene subito riportato e le fiamme ribelli prontamente spente come i tizzoni di un falò. Sefiroth giura al borgomastro di serbare lo stesso trattamento ogni volta qualcosa non dovesse andare. Milturn si sente così stretta fra due pugni da una parte quello barbarico e primordiale dei Fuorilegge e dall'altro quello inflessibile e duro di casa Burnett.


Edited by Caiuzzo - 31/7/2015, 20:24
 
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TheRipper
view post Posted on 28/7/2015, 23:39




Capitolo IV



Il drago e l'orso



Voci di strani eventi e sussurri di rare stranezze si insinuano alle orecchie degli onesti contadini di Milturn. Si dice che un vecchio pazzo, un ubriacone che sovente frequenta la taverna di Tallen, vaghi per il villaggio predicando un non meglio precisato " Culto del Drago".
Il vecchio in questione, conosciuto come Akatosh, predica il verbo di questa religione a sua detta antica quanto Acadia stessa. Al volere del giorno, infatti, si ritrova su una catasta di legna al centro del villaggio, tra squittii di topi e fetore di fogna a cielo aperto a delirare su talune profezie da lui chiamate "Le profezie del drago". Questo fatto attrae non pochi abitanti del villaggio e qualche cacciatore di pelli (così sembra, dall'aspetto), attirati dal rumore che il santone provoca tra urla, strilli e fracasso generale che le sue fantasticherie provocano. Il comizio improvvisato dall'uomo, infatti, è poco più che uno squallido teatrino che si consuma per il gaudio degli astanti, smaniosi di additare il vecchio come povero stolto e pazzo. Akatosh viene cacciato dalla piazza con la minaccia di amputazioni a varie parti del corpo... non gli resta che ritirarsi nella locanda di Tallen, il quale gli riserverà un trattamento fatto di vino e compatimento per il povero vecchio pazzo.

Nel frattempo, il Re, venuto nel villaggio per amministrare i suoi poteri, viene a sapere del vecchio sedicente profeta, e ne ordina la ricerca e la cattura.
Akatosh, intanto, si reca nei sotterranei della miniera (che lui chiama il "Tempio del Drago") e qui incontra 4 adepti che vogliono conoscere la verità sul culto. Istruiti i proseliti e dopo avergli fatto giurare fedeltà al Dio della Luce, li inizia al Sacro culto Del Drago Rinato.
Nel frattempo sembra che la caccia al predicatore sia diventata la favella preferita dalle cortigiane e dagli astanti della taverna di Tallen: nel villaggio infatti non si fa che parlare del vecchio pazzo e del suo "drago puzzone", così come lo chiamano i detrattori.

Intanto nel Villaggio Tallen si reca alle casse per controllare la decima da dare al Re ma trova durante il suo cammino Gotrek, quello che lui pensa sia il capo dei mercanti di pelli, tuttavia una volta controllato il denaro, al borgomastro sopraggiunge il cacciatore Abso, dichiarandogli di aver scoperto che alcuni dei mercanti di pelli in realtà sono dei ladri bell'e buoni! Tallen si dispera e si reca subito dal suo Sovrano per avvertirlo di tale scoperta ma - orrore incredibile da descrivere! - trova la porta di Montibeil forzata e Lord Sefiroth furibondo per un'onta del genere! Entrambi si recano alla Foresta adiacente al villaggio e quivi partono alla ricerca di questo Akatosh. Prima si recano sulla strada che porta alle miniere, non trovando alcunché dunque poi si avventurano verso il fitto della Grande Foresta, rinvenendo una serie di fortificazioni e postazioni, cui fanno capolino alcuni arcieri. La Guardia e il suo seguito, spaventati, imbracciano le armi tuttavia interrogano un uomo che decide di condurli alle miniere e dopo una lunga marcia alla fine si dimostra un bugiardo, Sefiroth lo denuda e lo manda via. C'è però un cacciatore di Milturn che dichiara di aver trovato il Covo dei Banditi, sostenendo di aver trovato una botola ivi. Sefiroth minaccia una severissima punizione in caso di menzogna, il Sovrano è ancora più ottenebrato dall'ira di questi suoi insuccessi e del fatto che un vecchio ubriacone possa continuamente sfuggirgli di mano. Decide di seguire il cacciatore e affidarsi a quella testimonianza, tornano così nella Foresta e trovano le Rovine. Vi entrano con estrema cautela ma non trovano nulla infine il cacciatore mostra loro la botola, una e due guardie vi fanno accesso ma vuoto! Sua Maestà è furioso, fa inginocchiare il cacciatore e dopo le suppliche vane di Tallen alla fine il Re esprime la sentenza, condannandolo a morte per tradimento e lo decapita. Tallen e Abso si disperano e il borgomastro si slancia sul cadavere del cacciatore. Re Sefiroth non ha ancora finito però, nella sua perversa mente infatti ordina al capo di Milturn di sputare sul cadavere del traditore. Segue una scena melodrammatica con Tallen che dapprima si rifiuta e poi si dirige verso il corpo della vittima; Abso prega Tallen di non sputare per rispetto che nutre nei suoi confronti, offrendosi lui per oltraggiare la memoria del caro amico, ma Tallen è inflessibile. Guarda il corpo del cacciatore e vi sputa sopra, dunque a capo chino si allontana ma ecco che un uomo delle Guardie confessa il suo disappunto e dispiacere così come altri. Lord Sefiroth non è più la persona di una volta e nemmeno il Sovrano di un tempo, scrivendo il suo potere con oppressione e tirannia.

Nel frattempo Gotrek, capo dei banditi e amico di Akatosh, trova quest'ultimo vagare nella foresta e lo informa del suo status di ricercato: dopo una breve consultazione dove gotrek viene messo a conoscenza del culto, Akatosh decide di mostrare i sotterranei al capo dei banditi e alla sua banda. A metà strada, però il re fa capolino con l'intera guardia reale al completo.

Dopo una lunga schermaglia verbale, Sefiroth il sovrano del regno e custode del vessillo di Montibel, decide che per stabilire la veridicità delle parole di Akatosh egli dovrà essere gettato nel fiume e dovrà essere salvato dal Drago in persona.
Giunti al dunque, Akatosh invoca il dio della Luce di risparmiargli la vita e nel momento esatto in cui viene calciato giù dal ponte, scompare.
Grande agitazione scorre ora nei soldati del Re e nei banditi fedeli al culto, quando il corpo del vecchio svanisce davanti ai loro occhi. Il Re decide di togliere ogni dubbio ordinando alla guardia reale al completo di uccidere i meno equipaggiati e meno numerosi banditi, che soccombono tutti sul ponte, in fin di vita ma non del tutto morti.


Il massacro del ponte della foresta si è compiuto, così come la fine del Culto del Drago. O almeno così sembra.

Che fine ha fatto Akatosh? Il Drago Rinato ha accolto la sua preghiera oppure si è trattato di stregoneria come sostiene Sephirot?

Che cos'è esattamente il Culto? E le segrete sotto la miniera esistono davvero?

Solo una cosa è certa: Il re BANDISCE il Culto del Drago da Acadia, dichiarando eretica la sua pratica e ordinando la cattura immediata dei suoi adepti, se noti.

Tallen si è forse ricreduto dopo l'ennesima prova della cattiveria e meschinità del suo Signore? A Milturn Lord Sefiroth è malvisto e l'odio della popolazione inizia a dilagarsi seppur ancora intimorita e minacciata dal pugno del Sovrano.

Un dubbio imperversa nella mente del borgomastro semmai le parole di quel vecchio pazzo non siano poi così... folli seppure ardite!

Akatosh è un profeta o è solo un visionario ubriacone? Forse, se qualcuno riesce ad incontrarlo lo potrà scoprire...


Edited by Caiuzzo - 29/7/2015, 14:37
 
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Caiuzzo
view post Posted on 31/7/2015, 19:13




Capitolo V



Il Cavaliere di Milturn



È il genetliaco di Sua Maestà e non si parla d'altro nel Nuovo Continente, dopo la presunta scomparsa e l'avvenuto miracolo di Akatosh, il Culto del Drago è evanescente come la sorte del suo profeta, non più pronunciato da alcuna bocca umana. Tallen raduna il Contado di Milturn tenendo un epitaffio nei confronti del condannato, ingiustamente secondo i rustici, cacciatore accusato di tradimento. Racconta l'orrida faccenda e l'uditorio rimane sconvolto dalla narrazione che, una volta giunta all'epilogo, diviene di fatto una miccia di rivolta. Tallen promette difatti agli astanti di reincontrarsi presto in taverna, non appena sbrigato un certo compito, di cui però non fa menzione. In realtà difatti prende un cavallo e si reca a Montibeil dove richiede a gran voce un incontro con Sire Sefiroth, costui accetta e recatisi alla sala del trono i due confabulano riguarda l'accaduto. Se da una parte Tallen continua a recitare la parte del fedele servitore di casa Burnett dall'altra il suo signore preferisce lagnarsi di trame ordite alle sue spalle. È così che Sefiroth annuncia la presenza di una spia nel villaggio nel basso borgo, a cui nessuno fa attenzione ma che questa invece presta attenzione a ogni cosa; questo infiltrato ha infatti raccontato al Signore di riunioni segrete nella taverna e dell'esistenza di una setta segreta che professa la libertà di Milturn e condanna l'oppressione del Lord Protettore e Re di Acadia, Signore di Montibeil ed Erede di casa Burnett Sefiroth. Lo stemma di questi "Leoni rampanti" - così si fanno chiamare - rappresenta un leone rampante che defeca sopra un orso, oltraggiosa visione per il Sovrano!

Tallen, incredulo o spaventato non tanto per la spia ma per il fatto che fosse ignaro di queste riunioni segrete, offre a Sua Maestà la possibilità di entrare a Milturn e rovistare in ogni casa e in ogni dove per di trovare prove, a suo parere inesistenti. Sefiroth accetta e partono al galoppo verso Milturn. Nel frattempo nel villaggio alcuni cacciatori di pelli e mercanti - di cui Tallen oramai conosci non soltanto la natura manche l'identità - sono testimoni di ciò che ordina il Re per il suo genetliaco: il consueto discorso del villaggio termina infatti con l'accordo precedentemente preso con Tallen. Il Re fa controllare ogni struttura e dopo un'accanita e duratura ricerca alla fine viene trovato lo stemma impuro! Il Re è furioso e fa ordinare a tutti di entrare nel Centro del Villaggio, comunemente chiamato dalle genti del luogo Municipio, e quivi domanda a Tallen di scegliere un contadino. A costo di sapere la verità Sefiroth è pronto a giustiziare un contadino al giorno pur di venire a conoscenza dei colpevoli e dei depositari di queste riunioni segrete. Viene preso Abso, cacciatore, ma Tallen ha in mente un altro piano. Col fatto che Gotrek, sa che è il capo dei mercanti di pelli, e sapendo che i mercanti di pelli non sono altro che banditi o ribelli della Grande Foresta, proprio su testimonianza di Akatosh e Abso e indizi più volte rinvenuti, decide di nominarlo come colpevole della riunione, producendo un gran colpo per i banditi, pronti a colpire in caso di pericolo del loro capo. Gotrek stesso, non intuendo la trappola di Tallen decide di ribellarsi urlando e opponendo resistenza ai militi di casa Burnett. Approfittando della confusione e della baraonda Tallen scioglie la lingua, raccontando del piano a Gotrek, il quale in quel frangente non può che accettare. Al "Via!" del borgomastro, contadini e briganti si lanceranno contro le Guardie. Sefiroth e il pugno di guardie a stento riesce a badare l'indomabile folla che imperversa dentro al municipio. Fa inginocchiare Gotrek e sta per pronunciare la sentenza ma dal fondo della folla si ode un inequivocabile urlo tonante "Via!". I Contadini si lanciano, aggrendendo gli armigeri recanti lo stemma di casa Burnett e prendendo di soprassalto Sefiroth e la sua guardia che indietreggia, colpita. Alcuni si buttano dal tetto, altri cercano rifugio, altri ancora in preda alla disperazione senza via di fuga si lanciano in un barbarico assalto! Tra morti e feriti alla fine sembra che le Guardie l'abbiano spuntata ma vengono chiusi dentro il Municipio. Sefiroth è in trappola.

I contadini usciti (la maggior parte) riescono a trovare il tempo di armarsi e salvare le loro famiglie. Tallen ordina a tutti di brandire una lama o un arco e la folla si precipita ad armarsi. Nel frattempo il Cavaliere William, Capitano delle Guardie è rimasto fuori. La collera dei villici è talmente indescrivibile che porta loro ad aggredire il Cavaliere e Tallen stesso, scambiandolo per una Guardia lo colpisce, ferendolo alla spalla; ma il capo del Contado poi si pente riconoscendolo. William non presta attenzione alla ferita, più concentrato sulla sorte dell'imminente rivolta. Sopraggiungono alcuni cavalieri, forse riusciti a scappare dal Municipio, che cercando di attaccare i villici che a malapena pongono resistenza, non essendo addestrati, ma William si oppone difendendo le vite di questi ultimi, aggredendo i suoi stessi commilitoni, che tra lo stupore e la paura - vedendo una cozzaglia di conigli guidati da un leone - decidono di abbandonare le posizione. Sefiroth riesce finalmente ad aprirsi la via per dare adito a tutta la sua ira contro Milturn, che minaccia di ridurre in polvere e cenere. Carica il villaggio, dopo aver offeso e sfidato il suo Capitano disertore. La carica ha un pessimo esisto, i cavaliere sono circondati ed in minor numero e le frecce dei briganti, i forconi e i falcioni dei contadini guidati dalla disciplina infusa e i colpi dello spadone di William inducono il Re a ritirarsi, giurando vendetta.

William è stremato e ferito profondamente e i contadini si precipitano da lui, idolatrandolo come eroe di Milturn e loro salvatore. Tallen ordina di chiamare il guaritore Buduc che grazie alle sue arti ed erbe medicinali riesce a curare il beniamino del Contado. William ora zoppica e si è ripreso dalle ferite, riuscendo a trovare ancora la forza di brandire la sua lama. Altre guardie si uniscono al villaggio, ripudiando il loro Sovrano. Tallen e Milturn intera festeggiano il risanato Sir William che viene oramai onorato con il titolo inventato di Cavaliere di Milturn, Primo Cavaliere di Milturn. Con Gotrek ed alcuni banditi rimasti Tallen parla dell'avvenire incerto e insicuro: decide di unirsi a loro e di riparare nella Grande Foresta, abbandonando il villaggio alle mani di chi vorrà rimanere. Preferisce tenere in salvo i suoi e prepararsi a tutto con Sefiroth di cui non si hanno più notizie. Milturn è deserta e fumante...

Il Contado è stato avvistato partire per la Grande Foresta e da allora non si sa più nulla...

Sefiroth è stato visto scappare e si suppone sia rientrato a Montibeil con il seguito rimastogli. Alcuni mercanti dicono che Montibeil è diventata inaccessibile e solo il tintinnio del metallo si ode così come è giunta notizia di moltissimi mercenari assoldati da casa Burnett, che dal Vecchio Continente partono per Acadia... Dio solo sa per quale missione!

William e Gotrek ora vivono insieme nel covo... Quanto a Tallen... Nessuno lo ha più visto dopo essersi congedato dai contadini. I suoi compari più stretti dicono di averlo visto partire per le miniere... dove ha deciso di proseguire da solo. Le sue uniche parole: "Vado a trovare un mio vecchio amico ubriacone... A meno che il suo Drago non se lo sia mangiato vivo e portato all'Inferno!"
 
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4 replies since 22/7/2015, 22:57   240 views
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